Il vocabolario delle sparate

Riportiamo una trascrizione (pressoché fedele) del Vocabolario delle Sparate realizzato nel 1992 con la collaborazione di Carlo Bafico e pubblicato nel volume Promotion Rapallo edito dall’Agenzia pubblicitaria Pubblifive. Nota bene: alcune definizioni di seguito elencate debbono essere considerate parziali, incomplete o non rispondenti all’attuale prassi e normativa vigente. Per una più completa e dettagliata informazione si rimanda al Dizionario delle Sparate (attualmente in fase di realizzazione) prossimamente consultabile su questo stesso sito web.

  • Agogin: piccolo foro laterale posto verso il fondo del mortaletto.
  • Agoginà: fissare la polvere nell’agogino (foro del mortaletto) con una pennellata di nafta o con la mezza patata, in modo che non fuoriesca.
  • Andà a törno: andare nelle case, in coppia, per raccogliere i fondi necessari per le feste.
  • Baggio, mangià ö: scherzosamente, ingoiare il rospo, cioè perdere nel “Palio dei Sestieri”.
  • Bomba: fuoco artificiale ottenuto mediante la mescolanza di vari elementi e miscele che aprendosi ad una determinata altezza produce disegni e composizioni mullticolori.
  • Bomba da giorno: bombe con miscele particolari che vengono lanciate di giorno.
  • Bomba da tiö: bomba singola di calibro, normalmente, dal 24 al 28, che viene lanciata ad intervalli, dagli “stucci”.
  • Bombe de avertua: bombe che vengono lanciate all’inizio dello spettacolo pirotecnico.
  • Bombe giapponesi: bombe di piccolo calibro e di scarsa potenza, con giochi di luci e colori che producono un notevole effetto cromatico; tali bombe, i cui colori si spengono subito, producono un’esplosione d’intensità assai minore e vengono lanciate sia in verticale che in orizzontale, a pelo dell’acqua.
  • Botton: bastone avente in una estremità una piccola boccia di ferro incandescente, utilizzato per riprendere al più presto la “sparata” eventualmente interrotta.
  • Calibro: misura in centimetri del diametro del tubo in cui vengono poste le bombe; è ovvio che maggiore è il calibro, maggiore è la potenza della bomba.
  • Cannetta: fuoco artificiale di scarsa potenza utilizzato anticamente nelle “feste di luglio” e attualmente in occasione del capodanno o dei falò di San Giovanni Battista.
  • Cannon: grande mortaletto (anticamente di ghisa)  che procura una esplosione di maggiore intensità e che viene quindi posto al termine delle “sparate” e del “ramadan”.
  • Cannoncin: cannone più piccolo (anticamente sempre di ghisa) che, nella parte finale della “Sparata“, esplode prima del “Cannon” di chiusura
  • Caregà i mortaletti: caricare i mortaletti, procedimento che avviene nel seguente ordine: si versa la polvere dentro alla bocca del mortaletto, poi si mette sopra una manciata di segatura, infine si comprime bene il composto con una punta (detta Stia) e un mazzuolo.
  • Corno: corno di mucca, forato all’estremità, utilizzato per distendere la polvere da sparo lungo la linea dei mortaletti.
  • Cörpo a cannon: bombe che vengono lanciate in apertura o al termine di una sparata; esse esplodono con un colpo solo, di forte intensità.
  • Croxe de Malta: disegno particolare ottenuto mediante l’apertura di una Bomba, raffigurante la Croce simbolo dell’Ordine dei Cavallieri di Malta
  • Destende: distendere i mortaletti o la polvere per le sparate.
  • Disegnö: pittura fatta manualmente sul manto stradale, raffigurante motivi legati alla Madonna di Montallegro; sul disegno vengono posti i mortaletti del “Ramadan“. Motivo multicolore ottenuto mediante l’apertura delle bombe.
  • Doppietta: esplosione pressoché contemporanea di due mortaletti, durante i “Reciammi dei Sestieri” (sparatine che precedono gli spettacoli veri e propri).
  • Fermata: breve pausa o rallentamento del fuoco durante gli spettacoli pirotecnici, ottenuta con bombe spolettate dette “di fermata”.
  • Finale: sequenza più o meno lunga di bombe di vario calibro, collegate fra loro, che vengono lanciate con variazioni di ritmo e crescendo finale.
  • Finalin: finale più breve.
  • Förgao: fuoco artificiale di modestissima potenza utilizzato nelle feste campestri.
  • Giörno do sonno: il giorno 4 luglio, successivo alle Feste, quando la popolazione era assonnata per aver assistito nella notte precedente agli spettacoli pirotecnici organizzati dai sei Sestieri, che terminavano un tempo intorno alle tre del mattino.
  • Massà: massaro, persona che raccoglie (ammassa) i fondi necessari per l’organizzazione delle “Feste di Luglio” o per le necessità della chiesa.
  • Miccia: filo formato da sostanze più o meno lentamente combustibili, adatto a trasmettere a distanza l’accensione ai fuochi artificiali.
  • Mortalettö (anticamente mortarettö o mascolö): piccolo mortaio, contenitore di acciaio (anticamente di ghisa), alto circa 15 centimetri, utilizzato per le sparate; è caratterizzato da un’ampia apertura superiore (detta bocca), dove si versa la polvere da sparo e da un piccolo foro laterale, verso il fondo (detto Agögin). Durante la “Sparata dö Panegirico o de mezogiorno“, vengono utilizzati dai 4.000 ai 5.000 mortaletti, prelevati nei Sestieri, a San Lorenzo, a Santa Maria, a San pietro e a Sant’Ambrogio; essi sono conservati nei tradizionali “Casetti” o “Casotti”.
  • Pöe: attualmente viene usata la polvere da sparo lucida; si tratta di una miscela di sostanze deflagranti adoperate per le cariche di propulsione, suddivise in grani per facilitare l’accensione e la combustione della carica.
  • Procexion: insieme di persone che procedono in doppia fila, in occasione delle festività patronali. Durante la processione si alternano i componenti degli istituti religiosi, le confraternite, il clero e i fabbriceri, le autorità comunali, la banda cittadina e la popolazione; al centro della processione c’è la “cassa” con la statua del Santo oppure, come avviene nelle “Feste di Luglio”, l’Arca argentea della Madonna di Montallegro.
  • Raddoppià: passare due volte a “Törno”
  • Ramadan: composizione di mortaletti posti a brevissima distanza l’uno dall’altro, che nel loro insieme assumono la forma di un disegno dipinto in precedenza (vedi Disegnö); generalmente il Ramadan del Panegirico è formato da circa 2.000 mortaletti che esplodono contemporaneamente con grande fragore al termine della sparata. Il termine è di origine araba; mentre presso gli Arabi indica un periodo di penitenza, da noi ha un significato opposto e vuol significare un’esplosione di gioia.
  • Rastellea: insieme di “stucci” (o tubi) collegati fra loro da bande metalliche.
  • Reciammi: sparatine che precedono lo spettacolo pirotecnico vero e proprio, fatte dai Sestieri nell’ordine tradizionale: San Michele, Seglio, Borzoli, Cerisola, Cappelletta, Costaguta. In genere i Sestieri alle ore 8 del primo luglio, nel momento del “Saluto a Madonna” si “chiamano” con 2 giri di sparatine; alla sera del 3 luglio si “chiamano” con 3 giri (due sparatine e una sparata lunga) prima dei “Finali”. L’abilità, nel momento in cui i Sestieri si “richiamano” tra loro, consiste nella “risposta” immediata, senza perdere il giro. Una sparatina breve viene effettuata anche da ciascun Sestiere durante il passaggio della processione.
  • Rinforzi: allineamento di bombe collaterali alla linea principale di fuoco, realizzato a sostegno della “Sparata” principale per allargare il fuoco o per allargare il finale. In tal modo il ritmo della “sparata” viene ravvivato e le “spaccate” si moltiplicano con effetti grandiosi.
  • Saluto a Madonna: sparata di mortaletti seguita da un lancio di “bombe da giorno” effettuata dai Sestieri alle ore 8 del primo luglio, quando la Madonna di Montallegro viene “messa in cassa” nella chiesa parrocchiale di Rapallo.
  • Spaccata: apertura di una bomba; a seconda del calibro di una bomba, le “spaccate” possono essere anche più di una, talvolta quattro o cinque.
  • Sparata: una lunga sequenza di mortaletti che esplodono a breve distanza l’uno dall’altro. Per estensione anche una lunga sequenza di bombe, collegate fra loro, che vengono lanciate in alto con variazioni di ritmo, fermate e rinforzi.
  • Sparata dö Panegirico o de mezogiorno: lunga sparata di mortaletti culminante con Ramadan effettuata il 2 luglio sulla passeggiata a mare di Rapallo, a mezzogiorno, nel momento preciso dell’apparizione della Madonna, avvenuta a Montallegro il 2 luglio 1557 al contadino Giovanni Chichizola di Canevale. La “sparata”, formata da circa 4.000 – 5.000 mortaletti, è detta anche del Panegirico, perché viene effettuata al termine della funzione religiosa del Panegirico, con omelia in onore della Madonna di Montallegro, che viene tenuta nella chiesa parrocchiale di Rapallo. Nella “sparata” del 1991 uk Sestiere Cappelletta ha utilizzato circa 6500 mortaletti, un record per questo periodo. Quando in chiesa termina il Panegirico, viene suonata la campana e subito dopo il Sindaco dà fuoco alla “sparata” che si effettua sin dagli inizi del 1600 e costituisce il simbolo delle “feste di luglio”, viene realizzato da circa 70 anni uno spettacolo pirotecnico di “bombe a giorno”. I fondi necessari all’organizzazione della “sparata del Panegirico” dall’anno 1917 vengono raccolti primariamente nel Borgo (o Centro) e nel territorio del Sestiere organizzatore.
  • Spoletta: congegno che collega le varie bombe e provoca l’esplosione dei fuochi artificiali.
  • Stia: pesante mazzuolo utilizzato insieme ad una punta per caricare i mortaletti.
  • Stuccio: astuccio, contenitore metallico di vario calibro, nel quale vengono poste le bombe per essere lanciate in alto.
  • Tubo: stesso significato di “stuccio”.
  • Volata: successione più o meno lunga di bombe di diverso calibro, collegate fra loro, che vengono lanciate in alto con variazioni di ritmo e crescendo finale.
FacebookTwitterMore...

Sestiere Seglio Giugno 13, 2021 Cultura, FESTE DI LUGLIO, Storia e Tradizione