I sacri fuochi [vivarapallo]

I SACRI FUOCHI

Viaggio nella tradizione delle feste mariane: le premesse, la preparazione, la lunga processione notturna sul Monte [di Federica Celussi]

Come ogni anno la tradizione si è rinnovata. Nei primi tre giorni di luglio a Rapallo si sono svolte le “feste” in onore della Madonna. In apparenza possono sembrare giorni in cui la città indossa l’abito della festa. Per i rapallini doc, al contrario, sono giorni intrisi di religiosità, fede e devozione per la Madonna di Montallegro. I tre giorni celebrativi sono la conferma di un viaggio spirituale centenario che ogni anno si ricorda e si rinnova. L’esplosione di ogni singolo mortaretto e l’accensione di ogni fuoco artificiale sono un omaggio alla Vergine, per ricordarne l’ apparizione avvenuta a Montallegro, il 2 luglio del 1557, a mezzogiorno in punto. E ringraziarla per aver accolto il voto che Rapallo le fece affinché il borgo marinaro fosse risparmiato dalla peste scoppiata un secolo esatto dopo la sua apparizione. Con l’aiuto del signor Alinari, massaro di Costaguta, cercheremo di capire il vero significato che guida le feste di luglio. E’ il 30 di giugno. Siamo agli sgoccioli. La festa sta per cominciare. Alinari è emozionato. Si evince da quello scintillio che traspare dietro le lenti degli occhiali e da quelle parole che si soffer- mano nella gola. La fretta di raccontare tutto quello che vorrebbe dire per esprimere la sua devozione, si mescola con l’inarrestabile discesa degli ultimi granelli di polvere pirica che abbandonano l’ampolla superiore della clessidra. Il tempo scorre veloce. Da qui a poco ci sarà il primo Reciammi: il primo mortaretto acceso in onore della Madonna. Non ha tempo. La pelle è cotta dal sole. La fatica gli si legge nelle mani che lavorano per preparare la sparata. Tutto deve essere perfetto e grandioso. E più lo spettacolo è maestoso meglio è, perché la potenza del fuoco esprime l’immensa devozione per Maria.

Per Alinari il fuoco è: «Un fiore che offriamo alla Madonna. Ogni volta che accendo un mortaretto sento dentro di me un’emozione intensa, intima, che mi porta alla commozione, mentre un brivido mi percorre le vene, e la mente va indietro. Ripenso a coloro che prima di me accesero i mortaretti e mi trasmisero l’essenza d’essere massaro».

Da qui si comprende che lo spettacolo pirotecnico è solo la conclusione di un percorso religioso che dura da una vita e si tramanda di generazione in generazione. Chi non è rapallino non può coglierne il significato. «Sarebbe necessario spiegarlo, ma come si fa… Avevo anche proposto al comune di stampare tessere telefoniche o un francobollo, ad esempio, con impresso una precisa simbologia che fungesse da guida e richiamo per la festa della Madonna, ma la mia proposta non è andata a buon fine», aggiunge con tono acceso e dispiaciuto.

Poi spiega che la festa non comincia il primo di luglio del corrente anno, ma comincia il quattro di luglio dell’anno precedente.

«Sa, non abbiamo ancora riposto tutto che già si parla di quello che si farà l’anno prossimo. Poi, l’anno venturo sarà il 450° anniversario», aggiunge con dipinta in volto l’emozione. Il massaro racconta che la festa inizia il 23 maggio con la questua, ovvero il giro della città per raccogliere il denaro necessario, seguendo un preciso calendario disposto dai sestieri. Pone, inoltre, l’accento sulle difficoltà che s’incontrano nell’ottenere l’obolo: «L’offerta è diventata un peso. La gente non è più sensibile. Rapallo pullula di seconde case…L’Euro ha sostituito la Lira, la crisi…Il problema consiste nel fatto che se non riusciamo a raccogliere i soldi necessari è il comitato che ha ordinato lo spettacolo che deve saldare il creditore!» . Poi, si abbandona ai ricordi di bambino per spiegare che il 23 di giugno inizia la “Novena dell’Alba” al Santuario di Montallegro. Un cammino di fede che il nono giorno termina percorrendo la strada con una fiaccolata che illumina suggestivamente la strada dei pellegrini.

Ed ora come all’ora nulla è cambiato…E’ difficile spiegare e cogliere ogni singola sfumatura delle parole e degli occhi di Alinari, dovreste essere qui a parlare con il massaro di Costaguta per comprendere appieno quest’esperienza religiosa.

UNA MATTINA A RAPALLO

Ci si ritrova a S.Francesco. Ci si aspetta l’uno con l’altro, mentre qualche volto nuovo fa capolino. L’aria ha il sapore di una granita alla menta gustata in una torrida giornata di caldo. Rapallo dorme. Alla guida dei fedeli è una donna. Generalmente è una signora con i capelli tinti d’argento. Una donna che ha già percorso più volte quella strada e forse non si stancherà mai di ripeterlo, finché le sarà concesso… Ci s’incammina, lentamente, e la fatica non è poca. Non si odono cinguettii fino all’alba, solamente i rumori del bosco: cinghiali che camminano sulle foglie umide della notte. Un riccio attraversa la strada.

Mentre una dolce cantilena, scandita dalla corona del rosario, accompagna il cammino come se fosse una musica. Ma è quand

o arrivi al santuario e vedi alcune donne inginocchiarsi per salire i gradini dell’ultimo pezzo del pellegrinaggio, che i brividi ti percorrono la pelle. Ti si mozza il fiato. E’ giorno. Rapallo si è svegliata.

I rumori hanno avvolto i fedeli, il Santuario e la città. Ma di fronte a un gesto del genere riesci a sentire solo il battito del tuo cuore, l’affanno del loro respiro, del loro dolore e la devozione per la Vergine Maria. Ecco, questo è il significato delle feste di luglio.

Alinari racconta che un altro momento emozionante per i Sestieri è la mattina dell’uno, in occasione dell’alzabandiera e dei Saluti alla Madonna con i Reciammi a rotazione, con gli antichi mortaretti liguri. Aggiunge che una volta esisteva rivalità tra i vari Sestieri ma ora non è più così. La tradizione va perdendosi. Ed un’ombra gli vela lo sguardo.

FUOCHI SOTTO IL SOLE

Poi spiega che la “Sparata del Panegirico”, la sparata di mezzogiorno, ricorda l’apparizione della Madonna a Giovanni Chichizola. Per definizione, Panegirico, nella letteratura cristiana, significa: scritto o discorso in lode di un santo. Ed è proprio questo che vuole simbolizzare la sparata di mezzogiorno: un elogio immenso alla Madonna, quasi potesse sentire il ringraziamento dei Rapallini. Infatti, i fuochi terminano con il così chiamato “ramadan”di mortaretti.. E il disegno su cui sono disposti i cannoncini è un disegno simbolico, che caratterizza il percorso di fede delle feste e della città. «Non sono solo botti come molti credono. Sono molto di più!», rileva con forza e vigore il massaro. E le feste giungono, infine, la sera del tre con la processione solenne dell’Arca Argentea e della Madonna lungo le vie della città. “Sono sempre stata impressionata da chi solleva e chi porta “i Cristi”. Chiedo ad Alinari il motivo per cui una persona decide di diventare “Portatoei” (chi porta il cristo) o “Stramoei” (chi lo solleva). «E’ una passione che si sente dentro, nel cuore. E’come offrire qualcosa a Dio. E’ un qualcosa che si tramandano in famiglia. Pensi che si allenano durante tutto l’anno negli oratori. E pensi che il segno della fatica lo portano per tutta la vita sotto forma di una grossa callosità nel pollice. E’ come fare un pellegrinaggio, anche se altre nazioni sono più devote di noi, come la Spagna», finisce Alinari.

I LUMINI SUL MARE

Spiega, inoltre, che i lumini che vengono posati in mare furono ideati “dalla Carpi e dalla signora dei pizzetti” (e non ci sono altre spiegazioni, quindi tocca accontentarsi: su questa Carpi e Signora dei Pizzetti, Alinari dispiaciutissimo non ricorda di più!). Con gioia mi comunica che ancora oggi come allora alcune famiglie continuano a confezionarli artigianalmente, rendendo possibile questo spettacolo particolare.

Gli domando cosa ne pensa delle tante bancarelle che affollano le vie pedonali della città. Gli chiedo se è solo consumismo o se in passato la festa era occasione di incontro per scambiarsi le merci. Con sorpresa, vengo a sapere che a Rapallo esisteva “La via del sale”, che partiva da Via Betti per giungere al Passo della Crocetta e incontrare la Valfontanabuona. Ed una volta le feste per la Madonna erano l’occasione per commerciare, per cambiare gli zoccoli ai cavalli. Mentre ora è solo consumismo.

Poi, aggiunge che il tre luglio era chiamato “il giorno del sonno” fino a cento anni addietro perché non si dormiva, per risistemare la città. Ma la festa non termina il tre, ma la prima domenica dopo le feste. Quando tutti i Sestieri e la giunta comunale si recano a Montallegro per ringraziare la Madonna, offrendo del denaro in segno di riconoscenza per aver lasciato Rapallo libera dalla peste.

«Molti problemi, tuttavia, sono sorti nel tempo. Il principale è quello dell’allontanamento dei giovani. E poi tutti i vincoli inerenti alla sicurezza, anche se per noi massari che scegliamo questo modo per ringraziare la Vergine, il pericolo di farci male è un rischio che accettiamo. Per la società moderna, invece, questo non è accettabile e nemmeno pensabile. Sono cambiati i tempi», conclude Alinari.

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